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Sabbiatura: tutte le tecniche e le applicazioni

L'operazione di sabbiatura è una tecnica di pulitura controllata di una superficie realizzata con un getto ad alta pressione di sabbia fine, o altre sostanze abrasive, per ottenere l'asportazione dello strato superiore che la riveste, senza creare danni. In tal modo si può rimuovere l’usura del tempo e riportare allo stato originale la superficie trattata, rendendola idonea ad un nuovo processo protettivo.

La sabbiatura a getto libero nasce nel settore dell'industria per la pulizia di strutture metalliche, ma da tempo sono emersi nuovi ambiti di applicazione nella ristrutturazione edilizia, per il trattamento di tutti i metalli e materiali come il legno, la pietra, il cotto o i mattoni.

La sabbiatura viene effettuata mediante macchine sabbiatrici, dotate di un apposito compressore, da parte di operatori che, tramite una pistola, dirigono con forza la miscela di sabbia sulla parte da trattare. I granuli vengono accelerati ad una velocità di circa 300 m/s, permettendo lavorazioni con rendimenti molto elevati. Per una buona riuscita occorre una valutazione da parte di tecnici specializzati, in relazione al tipo di intervento, al manufatto su cui si va ad intervenire e in base al trattamento più adeguato per dare una protezione durevole nel tempo.

Ambiti applicativi
Nella ristrutturazione di interni, l'operazione di sabbiatura può essere eseguita per la rimozione di vecchi intonaci e pitture, rinnovo di pavimentazioni in pietra o cotto, eliminazione di residui di incrostazioni derivate da fumi, polvere, muffe, muschi, macchie o la pulitura delle travi in legno dei soffitti, dei solai e dei pilastri con successiva stesura di un prodotto impregnante.

Nella ristrutturazione di esterni le applicazioni possono riguardare le facciate degli edifici, muri facciavista, cancellate e ringhiere, i serramenti in metallo o anche le vernici spray usate nelle scritte vandaliche.

La sabbiatura è utile anche per il ripristino di parti in cemento armato dove sono affiorate delle zone in ferro oppure per mettere in risalto l'inerte per il faccia vista o per l'applicazione di resine.

Nelle opere di nuova costruzione, la sabbiatura è efficace per eseguire l’asportazione del disarmante e per il trattamento superficiale di parti in pietra (satinatura, scrittura, antisdrucciolo). Nel settore del restauro viene utilizzata, adottando polveri molto fini a bassa pressione, per eseguire operazioni di pulizia. È possibile un uso della sabbiatrice anche per la pulizia e manutenzione delle attrezzature (gru, betoniere, ponteggi, casseforme, ecc).

Il tipo di abrasivo
La scelta del tipo di abrasivo è di fondamentale importanza a seconda del tipo di tecnica di sabbiatura da effettuare, così come la dimensione e la geometria dei granuli che vengono utilizzati.

È chiaro che, a fine lavoro, la superficie sarà più o meno ruvida a seconda della scelta della granulometria adottata e della pressione esercitata: per manufatti delicati, è necessario utilizzare una sabbiatura con pressione leggera e granulometria molto fine, mentre per superfici più resistenti si potrà optare per una sabbiatura più aggressiva.

Il più usato, e naturalmente il meno costoso, è la sabbia silicea. In alternativa esistono abrasivi come il quarzo o il bicarbonato di sodio. La sabbiatura a bicarbonato, nello specifico, consente di operare a bassissime pressioni, il che rende possibile la pulizia di materiali assai delicati (vetro, marmi teneri e pietre decorative). In luogo del tradizionale abrasivo è possibile utilizzare anche granuli di ghiaccio secco che, alla temperatura ambiente, sublimano, ritornando allo stato gassoso. Questo passaggio di stato provoca un aumento di volume di circa 800 volte del granulo al di sotto della superficie dello strato da rimuovere, velocizzando il suo distacco e la sua rimozione, lasciano la superficie trattata perfettamente pulita e senza residui di abrasivo.